CITAZIONE
Livia Firth: “Così coloriamo di verde il tappeto rosso”
Potrebbe accontentarsi, Livia Giuggioli Firth, di essere la moglie felice di uno degli attori più sexy e di successo del Pianeta. Potrebbe accontentarsi di avere due splendidi bambini, un lavoro che l’appaga, una vita piena.
Invece Livia, italianissima di genitori toscani, nata e cresciuta a Roma, ha pensato che tutto questo non poteva bastare. Con il suo Colin si occupano dei più sfortunati e, soprattutto lei, ha messo insieme due impegni non da poco.
Ed eccola in tour italiano proprio per lanciare «The Circle» (iniziativa della più famosa Oxfam), creato nel 2008 in Inghilterra da un’entusiasta Annie Lennox e portata nel nostro Paese proprio da Livia. L’associazione si occupa di sostenere le donne che vivono in povertà. E fa proseliti. Il 22 novembre a Milano al Palazzo del Ghiaccio il lancio ufficiale con un concerto della Lennox, serata presentata da Serena Dandini, ospite d’onore Elisa, media partner, la rivista «Marie Claire».
E ieri il tour si è fermato a Torino dove un’altrettanto entusiasta Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha aperto la sua casa al fine di raccogliere venti signore, tra le quali Evelina Christillin e l’avvocato Giulia Facchini. Per Livia Firth l’occasione di parlare con persone sensibili al sociale.
Ma per lei non era ancora abbastanza. Così ha raccolto un’altra sfida che è diventata business...
«Parto da direttore creativo di Eco Age, a Londra. Due anni fa a un festival, mi dissero: “Tu che sei sempre sul tappeto rosso perché non metti un vestito fatto con materiali riciclati?” Perché no, ho risposto, basta che non sia un sacco di patate! Quando Colin ricevette la nomination ai Golden Globe per “A Single Man”, ho indossato un abito ecologico. Bellissimo. Da allora ho sposato Green Carpet Challange e ho coinvolto grandi stilisti alla ricerca di materiali che potessero diventare tessuti».
Successo?
«Enorme, gli stilisti sono felici di partecipare, per loro è eccitante e divertente lavorare su materiali che prima non conoscevano. Valentino e Giorgio Armani usano il poliestere che sembra seta. Invece deriva dalle bottiglie di plastica riciclate. Meryl Streep è andata a ritirare l’Oscar con un vestito di Lanvin riciclato, abbiamo identificato 500 materiali ecologici che adesso sono vestiti nel guardaroba di Cameron Diaz e di Julianne Moore. Javier Bardem alla prima mondiale di “Skyfall” ha messo uno smoking ecologico griffato Gucci. E poi tinture naturali, lane biologiche anallergiche».
Le resta un po’ di tempo per la famiglia?
«Sono molto disciplinata. A casa mi chiamavano signorina Rottermeier. Mi sveglio sempre alla stessa ora, porto i bambini a scuola, vado a lavorare, alle 17 torno a casa e il fine settimana stiamo tutti in pigiama. Con mio marito ci dividiamo i compiti. Questo autunno non sta lavorando, così fa il papà a tempo pieno. Quando gira cerchiamo di raggiungerci, mai più di due settimane senza vederci, da quando ci conosciamo».
Un colpo di fulmine?
«Amore a prima vista, in Colombia. Io ero coordinatrice di produzione in un suo film, avevo 25 anni e mi sono trasferita a Londra, molto felicemente, visto quello che è successo in questi anni in Italia. Ho la mia famiglia qui, parliamo spesso di politica perché da fuori noi vediamo le cose con più lucidità. In Italia si è abbassato il livello culturale talmente tanto che sento molta rassegnazione e poca indignazione tra la gente comune».
A proposito di gente comune, che cosa non le piace dello star system?
«Nulla mi piace. La stessa parola è stupida, crea star capricciose. È un mondo rarefatto che ti fa sentire speciale, poi torni a casa e ti devi confrontare con la realtà. Basilare è avere amici con i quali sei cresciuto che ti tengono con i piedi per terra. Ma in Europa è meglio che ad Hollywood, anche se odio le facili generalizzazioni».
Che tipo è Colin Firth?
«Ironico».
C’è un suo film che lei predilige?
«“A single man”, pure se non ci fosse stato Colin l’avrei adorato, è un film perfetto. Anche “Mamma mia” mi è piaciuto. Colin canta benissimo e Meryl è simpaticissima, si sono divertiti da matti».
Michela Tamburrino
La Stampa